Qualche giorno fa Davide Casaleggio pontificava sulla futura inutilità del parlamento.
Ieri Beppe Grillo ha difeso la democrazia del sorteggio, riportando il Canada come esempio di paese in cui dei cittadini sorteggiati a caso avrebbero eletto il sindaco della loro città.
No, Beppe Grillo, né in Ontario né in British Columbia e in nessuna altra parte del Canada dei cittadini sorteggiati hanno deciso il sindaco del loro comune.
Forse ti riferisci ad un esperimento di democrazia deliberativa, avvenuto nel 2004 in British Columbia e nel 2006 in Ontario, in cui 160 residenti di quella provincia sono stati selezionati casualmente per costituire un’assemblea dei cittadini il cui mandato era quello di analizzare il sistema elettorale vigente e contribuire a modificare la legge elettorale provinciale. (http://tiny.cc/l8g4vy)
Oppure al recente “British Columbia Symposium on Proportional Representation”, un forum a cui hanno partecipato professori di scienze politiche ed esperti in meccanismi elettorali con l’obiettivo di proporre raccomandazioni in vista della referendum sulla riforma elettorale provinciale di quest’autunno.
Oltre a interrogarsi su come dare maggiore rappresentatività di genere o delle minoranze, tra cui quella indigena, si è parlato di una giuria di cittadini.
Ma quello strumento, un campione di circa 24 cittadini selezionato su base demografica, servirebbe non certo a scegliere i rappresentanti delle istituzioni, ma al contrario a dare a quei rappresentanti consigli e opinioni sulla loro amministrazione. (http://tiny.cc/bre4vy, page 40)
Nell’uno o nell’altro caso stai facendo credere una cosa che non è reale. In Canada, come in altri paesi, la democrazia rappresentativa è il pilastro della democrazia e semmai ci si sta interrogando su come renderla ancora più rappresentativa e universale attraverso istituti di partecipazione. Democrazia oggi significa maggiore partecipazione, certo, non aleatorietà.
Sono profondamente costernata dallo sprezzo per la democrazia rappresentativa mostrato da un partito che è al governo proprio grazie al voto dei cittadini.
Evidentemente è sempre più vero che per il MoVimento 5 Stelle “uno vale uno” sta diventando “uno vale l’altro”.
Ieri Beppe Grillo ha difeso la democrazia del sorteggio, riportando il Canada come esempio di paese in cui dei cittadini sorteggiati a caso avrebbero eletto il sindaco della loro città.
No, Beppe Grillo, né in Ontario né in British Columbia e in nessuna altra parte del Canada dei cittadini sorteggiati hanno deciso il sindaco del loro comune.
Forse ti riferisci ad un esperimento di democrazia deliberativa, avvenuto nel 2004 in British Columbia e nel 2006 in Ontario, in cui 160 residenti di quella provincia sono stati selezionati casualmente per costituire un’assemblea dei cittadini il cui mandato era quello di analizzare il sistema elettorale vigente e contribuire a modificare la legge elettorale provinciale. (http://tiny.cc/l8g4vy)
Oppure al recente “British Columbia Symposium on Proportional Representation”, un forum a cui hanno partecipato professori di scienze politiche ed esperti in meccanismi elettorali con l’obiettivo di proporre raccomandazioni in vista della referendum sulla riforma elettorale provinciale di quest’autunno.
Oltre a interrogarsi su come dare maggiore rappresentatività di genere o delle minoranze, tra cui quella indigena, si è parlato di una giuria di cittadini.
Ma quello strumento, un campione di circa 24 cittadini selezionato su base demografica, servirebbe non certo a scegliere i rappresentanti delle istituzioni, ma al contrario a dare a quei rappresentanti consigli e opinioni sulla loro amministrazione. (http://tiny.cc/bre4vy, page 40)
Nell’uno o nell’altro caso stai facendo credere una cosa che non è reale. In Canada, come in altri paesi, la democrazia rappresentativa è il pilastro della democrazia e semmai ci si sta interrogando su come renderla ancora più rappresentativa e universale attraverso istituti di partecipazione. Democrazia oggi significa maggiore partecipazione, certo, non aleatorietà.
Sono profondamente costernata dallo sprezzo per la democrazia rappresentativa mostrato da un partito che è al governo proprio grazie al voto dei cittadini.
Evidentemente è sempre più vero che per il MoVimento 5 Stelle “uno vale uno” sta diventando “uno vale l’altro”.