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Osteria Marsalino

Lunedì in Consiglio Comunale ho spiegato come sull’Osteria Marsalino pendesse da oltre 30 mesi un provvedimento di sospensione dell’uso del dehors. In questi mesi il Marsalino ha ridotto gli orari, ha installato impianti di fonoinsonorizzazione, ha promosso eventi di consapevolizzazione della clientela, ha collaborato sempre: eppure niente, silenzio da parte dell’amministrazione. Infatti è stato costretto a ridurre personale e introiti.Il Marsalino è un centro di aggregazione virtuoso, ben frequentato e che costituisce un’eccezione in città: dà lavoro a tanti giovani con contratti a tempo indeterminato.Per questo va difeso.Oggi Il Resto del Carlino annuncia che il provvedimento è stato sospeso per sei mesi.A Bologna si direbbe, Piutost che nient l’è mei piutost!Al Marsalino dicono, #amorebatteodio! Forza e coraggio.

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Costruiamo l’alternativa

“Il tuo è un voto conservativo””Il tuo è un voto contro questo governo”“Il tuo è un voto di protesta, non hai letto la riforma”No, questo non lo accetto. Non diteci che il nostro è immobilismo. Non diteci che il nostro è un NO al cambiamento.Non diteci che il nostro è un voto disinformato o di protesta, dopo mesi di mattine di volantinaggi, pomeriggi passati a studiare la riforma e serate di dibattiti e confronti.Il cambiamento è quello che cerchiamo e pratichiamo da sempre. Tra le persone, nei movimenti. Con le proposte e con le proteste, nelle piazze.Semplicemente, abbiamo un’idea diversa.Una diversa idea di cambiamento.Ieri sera non si è festeggiato: si è tirato un sospiro di sollievo.Perché per noi il rinnovamento non passa dal depauperamento delle istituzioni democratiche o dall’allontanamento dei cittadini dalla vita politica.Il rinnovamento lo fa chi sa accettare le sfide e risponde ai bisogni della propria comunità. Chi sa perdere, farsi della sana autocritica e ricominciare da capo. Chi punta a rappresentare il 99%, il mondo dei lavoratori, precari, disoccupati, delle nuove povertà, della scuola pubblica.Abbiamo concluso un’altra battaglia, ancora una volta una battaglia di civiltà.È tempo di rimboccarci le maniche ancora più di prima, più di qualsiasi campagna elettorale, perché questa volta non é il consenso che si deve costruire ma l’alternativa, quella che viene dal basso, da una nuova coscienza.Lo faremo insieme, partendo da #Bologna, che il 18 dicembre sarà la casa di tutt*. Da Messina ad Ancona, da Napoli a MargheraAncora una volta #tuttinsiemeAl lavoro compagne e compagni!Evento quiAppello qui 

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Interrogazione operazione stamoto: quale programmazione e pianificazione urbanistica?

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L’ennesimo sgombero 

Foto di Michele Lapini, la Repubblica Bologna Non voglio vivere in una città in cui l’ottica emergenziale è l’unica soluzione che questa amministrazione mette in atto, senza elaborare un piano strutturale per affrontare la questione abitativa.Non voglio vivere in una città in cui non mi è permesso vigilare sul rispetto dei diritti umani delle famiglie durante uno sgombero e si impedisce ai giornalisti di fare cronaca.Una città in cui ormai solo i centri sociali fanno welfare e vengono trattati come il nemico, quando cercano di dare un tetto a chi non ce l’ha. Non si può dire legalità da un lato e non offrire soluzioni dall’altro. Non si può dire dal palazzo “Tutto sotto controllo, le persone sono uscite serenamente” e non credere a tutti gli astanti, ai giornalisti, alle foto di quanto sta realmente accadendo.​Qualcosa si è rotto e questa non è la mia Bologna.

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Intervento in Consiglio su Atlantide

Intervento di inizio seduta su Atlantide in Consiglio Comunale del 10.10.2016.“Atlantide non è morta, ma è più viva che mai ed è ovunque” hanno ricordate le Atlantidee questo sabato sotto le due torri.Io voglio ricordare come ieri sia stato un anniversario triste: quello dello sgombero di Atlantide.Non devo ricordare invece quello che Atlantide ha significato per la città: un presidio attivo di cultura, diritti, un posto in cui sentirsi protetti e accettati. ​Eppure quel cassero di Porta Santo Stefano oggi, a distanza di un anno, è ancora murato e inutilizzato.Come volevasi dimostrare si è trattato quindi di uno sgombero da propaganda elettorale – come sappiamo la trattativa in corso tra amministrazione e Atlantidee era già a buon punto, ed era già stata stipulata una preconvenzione per un altro luogo. E allora lo sgombero é stata una scelta: in una città in cui si parla di collaborazione e di riqualificazione, la scelta di interrompere una trattativa positiva e importante per i cittadini, è stata la scelta di scrivere nell’ordinanza di sgombero una oggettiva falsità, ovvero che dentro al Cassero di Porta Santo Stefano ci fossero degli sconosciuti, quando è chiaro che se con loro si dialogava da un anno è difficile si trattasse di sconosciuti; è stata la scelta di continuare a trattarla come un’occupazione quando si trattava di una convenzione scaduta a cui si stava cercando di rimediare assegnando a un luogo di indubbia importanza per la città un’altra collocazione.  La ferita c’è ancora, un anno dopo, e io credo che l’amministrazione ci debba delle spiegazioni a riguardo. Le chiederò ancora venerdì e finché non avremo risposta. Emily ClancyCoalizione Civica per Bologna

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